L’aconito napello Aconitum napellus
L’aconito napello (Aconitum napellus) è una pianta velenosa erbacea, perenne, appartenente alla famiglia delle Rancunculaceae. E’ alta dai 50 cm ai 2 metri ed è una pianta geofita rizomatosa, ossia che porta le proprie gemme in posizione sotterranea. Nella parte aerea ha forma eretta, con un fusto robusto, di colore verde e poco ramificato. Ha due tipi di foglie. Quelle basali dotate di picciolo, di colore verde scuro nella pagina superiore e biancastre nella pagina inferiore. Queste hanno la lamina fogliare glabra, con forma lanceolata e dimensioni di circa 8 cm di larghezza e 12 di lunghezza. E poi ci sono le foglie cauline, di dimensioni più piccole, con lamina incisa e lobi più stretti. L’infiorescenza è costituita da un racemo terminale a forma di spiga, con fiori viola. I rischi dell’aconito napello Questa pianta è molto velenosa, in antichità veniva usata per scopi omicidi. In caso d’ingestione provoca entro 30 minuti parestesia, associata a formicolio del cavo orale. Poi i sintomi si evolvono provocando un effetto anestetizzante, debolezza muscolare, insufficienza respiratoria, fibrillazione cardiaca. Contiene diversi alcaloidi tossici, tra cui l’aconitina, uno dei più potenti veleni vegetali. Questo alcaloide agisce sui canali del sodio, mantenendoli aperti, e quindi provocando arresto cardiaco, in quanto il cuore ha bisogno di ritmiche aperture e chiusure di questi canali. Bastano pochi grammi della pianta per rischiare la morte. I suoi principi attivi vengono assorbiti molto facilmente dalla pelle, dunque anche il semplice contatto può provocare gravi disturbi. Non esistono antidoti specifici, quindi, se la riconoscete tenetevene alla larga. In Cina è considerata una delle prime cause di avvelenamento da vegetali, in quanto, pur ppartenendo alla categoria delle piante velenose, viene usata (non sappiamo come) nella medicina tradizionale. Pianta abbastanza comune in boschi, prati e pascoli, tra i 600 e i 2600 metri di altitudine.